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Ora, chi dice che Benedetto ha rinunciato validamente, non ha più credibilità

di Frà Alexis Bugnolo

Una delle caratteristiche dei dannati è che non possono pentirsi. Con ferma volontà e mente hanno rifiutato la verità del loro peccato, per sempre.

Questo stato spirituale può essere raggiunto anche da coloro che sono ancora vivi in questo mondo. Sant’Alfonso chiama questo stato morale lo stato di riprovazione. È il segno definitivo di una persona che ha scelto l’Inferno.

Per coloro che non hanno ancora rifiutato completamente Dio, c’è sempre qualche incertezza nella loro adesione al male, qualche piccola crepa nel loro cuore per aprirsi di nuovo alla verità, qualche posto nella loro mente attraverso il quale la verità può essere ascoltata.

Ora chiedo pubblicamente a tutto il mondo cattolico, e in particolare a tutto il Collegio cardinalizio e il Collegio episcopale:

Visto che Peter Sewald nel suo nuovo libro, Benedickt XVI. Ein Leben, ha citato Benedetto XVI dicendo che non è mai stata la sua intenzione di rinunciare al mandato spirituale del papato, e visto che non c’è nessun altro mandato che costituisce l’Ufficio Pontificio se non quello spirituale, deve essere confessato da tutti che Benedetto XVI non ha rinunciato al Petrine Munus, l’Ufficio Pontificio, anche se pensa di averlo fatto o anche se pensa di potersi rinunciare in parte, pur conservandone una parte.

Quindi, ora si schiererà con Cristo e tornerà alla fedeltà a papa Benedetto XVI? Oppure sceglierà la parte del padre della menzogna e continuerà a insistere sul fatto che il Conclave del 2013 è stato convocato durante una sedevacante legale?

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