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Padre Francesco d’Erasmo: Benedetto XVI è il papa, Bergoglio non appartiene alla Chiesa

dal blog personale di
Don Francesco d’Erasmo,
Vicario parrochiale del Duomo di Tarquinia

1 Aprile 2020

RINNOVATA PROFESSIONE DI FEDE DI FRANCESCO D’ERASMO

Supplico umilmente chi ne ha la possibilità di dare massima diffusione a questo mio scritto, liberandoli contestualmente da ogni responsabilità personale in merito al contenuto, affinché esso possa davvero pervenire ai suoi destinatari, in particolare:

A Sua Santità Papa Benedetto XVI, a tutti i vescovi e fedeli laici della Chiesa Cattolica, a tutti gli uomini di buona volontà,

io, Francesco d’Erasmo, nato a Milano il 29 gennaio 1974, battezzato il 10 febbraio 1974, ordinato presbitero della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana a La Storta il 26 giugno 1999, residente in Tarquinia, VT, al noto indirizzo, nel pieno possesso delle mie facoltà, dopo avere per lunghi anni ponderato davanti a Dio questo passo, pienamente consapevole delle conseguenze che esso può comportare,

nel rinnovare la mia fede, professata dai miei genitori e padrini nel mio Battesimo, rinnovata da me medesimo nell’Ordinazione Diaconale e Presbiterale, nel ricevere l’incarico di Parroco nel 2017, come in tutto l’esercizio del mio ministero a servizio della Santa Chiesa Cattolica, precedente e seguente, anche per lettera e pubblicamente,

preciso esplicitamente che rinnovo la mia Professione di Fede obbligatoria secondo la formula richiesta per chi assume un Ufficio nella Chiesa, a norma dei Canoni,

in particolare rinnovo esplicitamente quanto proposto a giurare nel cosiddetto Giuramento Antimodernista prescritto da San Pio X il 1 settembre 1910,

ed esplicitamente preciso quanto di seguito esposto, come parte integrante e inseparabile di tale mia professione di fede.

Riconosco davanti a Dio di non poter più rimanere nel silenzio e nemmeno nell’implicita allusione su quanto qui vengo a dichiarare. Domando perdono a Dio e agli uomini se la mia esitazione fino a questo momento fosse stata colpevole, benché animata da buona fede, nel timore che  le conseguenze di questo atto per il bene della Chiesa non fossero buone.

Non posso più tacere la certezza di quello che Dio mostra agli occhi della mia intelligenza e del mio cuore, alla mia coscienza, altrimenti sarei complice del male che ne deriva:

RICONOSCO E DICHIARO PUBBLICAMENTE DAVANTI A DIO E TUTTI GLI UOMINI

CHE colui che attualmente siede sulla Cattedra di Pietro col nome che si è attribuito di Francesco, Jorge Mario BERGOGLIO, NON APPARTIENE ALLA COMUNIONE DELLA SANTA CHIESA CATTOLICA, E’ ANATEMA, SCOMUNICATO, PERCIO’ NON È VERO PAPA DELLA CHIESA CATTOLICA.

Sono consapevole che solo Dio ha l’autorità per destituire un pontefice.

Ricordo però che chiunque nella Santa Chiesa cade nell’eresia perde perciò stesso l’Ufficio.

Jorge Mario Bergoglio è incorso in molteplici gravissime eresie, fino a toccare l’apostasia stessa della fede, attraverso dichiarazioni e documenti da lui pubblicati e dichiarazioni a lui attribuite e non smentite, quand’anche non pronunciate “ex cathedra”, confondendo con tali atti la fede dei fedeli, abusando della fede e obbedienza che essi hanno verso il legittimo Successore di Pietro, tollerando, alimentando e incentivando nella prassi della Chiesa eresie e peccati contro la Morale Cattolica, altrettanto se non più gravi, anch’essi giunti fino a toccare l’apostasia, e punendo non di rado chi a tutto ciò si è opposto.

Ricordo tra i più recenti il grave peccato di idolatria nel culto di venerazione a un idolo pagano commesso nella Basilica di San Pietro alla sua presenza, mai smentito o sconfessato da lui, che anzi ha deplorato e sconfessato pubblicamente chi pubblicamente si è opposto a tale gravissimo sacrilegio. Ricordo la negazione della Divinità di Gesù Cristo e dell’Inferno in interviste pubblicate a nome suo e mai smentite chiaramente. Ricordo la negazione in atto pubblico e solenne di Gesù Cristo Unico Salvatore dato da Dio agli uomini.

Ringrazio Dio per avermi donato la certezza della improrogabilità di questo mio atto attraverso i fatti di questi giorni e la liturgia di oggi, come vengo a descrivere, non per mia giustificazione, ma per aiuto a chi vuole conoscere la verità.

La subdola insinuazione che ci sia una autorità che possa dispensare i fedeli dal Precetto Pasquale, è infatti il peccato di idolatria più grave mai visto. Esso pone l’autorità di Dio al di sotto di un’altra autorità proprio nel cuore del Culto dovuto a Dio dalla Santa Chiesa Cattolica per la santificazione dei fedeli.

L’uomo si erge al di sopra di Dio stesso!

Questo peccato era già presente in molti altri atti di Bergoglio, specialmente in merito alla disciplina dell’accesso ai Sacramenti e agli Uffici ecclesiastici, ma sempre era possibile, a chi lo volesse, non collaborare personalmente in tali sacrilegi.

In questo momento il suo esercizio abusivo dell’Autorità, conferita da Cristo stesso a Pietro per confermare la fede dei fratelli, comporta l’impedimento anche fisico ai fedeli a poter obbedire al comando di Dio santificando la Pasqua. E questo in virtù di una presunta obbedienza a un potere politico, che però non ha autorità legittima sugli atti di culto.

In questa situazione è evidente che un vescovo vestito di bianco si trova nel ruolo di Nabucodonosor di fronte ai tre fanciulli, creando una confusione senza precedenti nella coscienza dei fedeli.

Questo è l’abominio della desolazione. Questa non può essere riconosciuta in altro modo che come una grande apostasia della Verità e della Fede, che avviene per la responsabilità diretta di colui che il mondo vede come il Successore di Pietro, Vicario di Cristo.

Questo è negare che Gesù solo è la Via, la Verità, e la Vita, e quindi è negare che Egli è Dio, “il Figlio di Dio venuto nella carne”.

Proteggere, o presumere di proteggere, la salute o il rispetto dell’ordine politico (o forse proteggere da pericoli che segretamente vengono minacciati e il Popolo di Dio non conosce) non sarà mai più importante che proteggere i fedeli dalla disobbedienza a Dio!

Gesù non così ha comandato. Chi non dà a Dio quel che è di Dio, non può nemmeno dare a Cesare quel che è di Cesare. Costui dà a Cesare quel che è di Dio.

Gesù questo non lo ha fatto!

Sono consapevole che in questa situazione sia difficile ravvedere una soluzione. Non spetta a me d’altro canto il cercarla, non avendo io l’autorità per farlo.

Ricordo però a chi ha questa autorità, anzitutto, che “nulla è impossibile a Dio”.

Ricordo altresì che “se taceranno costoro grideranno le pietre”. Alcune pietre hanno già gridato, ma la gerarchia della Chiesa pare essere stata sorda in molti suoi membri. Speriamo che non gridino ancora!

Ai fedeli che riconoscono la verità di quanto affermo, ma sono sconcertati dalle conseguenze, ricordo che il Signore ha promesso che non abbandonerà mai la Sua Chiesa.

Il primo che ci ha annunciato la venuta di questi avvenimenti è Gesù nel Vangelo, e tutto il resto del Nuovo Testamento ci dice che di mezzo a noi sarebbero sorti i nemici della vera fede.

Preciso che i sacramenti amministrati nell’ambito della Chiesa Cattolica rimangono validi, come sono validi da secoli quelli amministrati in altre Chiese che pure non hanno goduto della piena comunione col legittimo Successore di Pietro. Così anche gli atti di governo, che, qualora non validi, possono sempre essere sanati, o comunque corretti con altri atti validi.

La Santa Chiesa è fondata sulla fede dell’Apostolo Pietro, e questa non potrà mai venir meno!

Se qualcuno, che ha l’autorità per intervenire, potesse essere trattenuto dal timore delle conseguenze per i fedeli, come è avvenuto per me fino ad oggi, ricordo la testimonianza dei tre fanciulli nella fornace, o di Susanna, come di tutti i Santi di Dio, specialmente i Martiri: “Meglio per me essere ucciso, che peccare contro il mio Dio”. I veri fedeli cattolici hanno ancora questa perseveranza, e spesso ancora oggi, nel nascondimento, la esercitano con sacrifici enormi, fino ad offrire la stessa vita. Essi non si sentono abbandonati se i loro corpi vengono a trovarsi in potere agli uomini che possono ucciderli, ma si sentono abbandonati dai loro pastori se la loro fede viene messa in balia dell’inganno di satana.

Ricordo nuovamente a me e a tutti i cristiani, attraverso la parola di San Paolo Apostolo, il pericolo di essere complici dell’attuale grande apostasia: «Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamato con la grazia di Cristo voi passiate ad un altro Vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo!»

Lo stesso Pietro, di cui Bergoglio abusa il ruolo, diceva ai Sommi Sacerdoti del Sinedrio: “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”.

Due anni fa scrissi un brano allusivo, riferendomi alle parole di Daniele davanti a Susanna, e sovrapponendo un’immagine delle Lacrime di Sangue della Madonnina di Civitavecchia, e lo pubblicai a mezzo internet, all’indirizzo www.mt715.simplesite.com, perché fosse visibile davanti a tutti. Questo fu il tentativo di testimoniare quanto ora affermo, nel modo più implicito possibile, convinto di evitare le conseguenze dannose per la Chiesa che una affermazione esplicita avrebbe potuto causare.

Ora è il momento di dire esplicitamente quello che esprimevo, e perciò anche di spiegare l’allusione:

“Sono innocente del sangue di questa donna”.

Daniele decise di non essere complice attraverso il silenzio dell’uccisione dell’innocente Susanna.

Io non voglio essere complice col mio silenzio del Sangue della Chiesa Cattolica, perché il sangue sta per la vita, e la Vita della Chiesa Cattolica è la Sua Fede in Gesù Cristo. La Vergine Maria è immagine e modello della Santa Chiesa. Nella Sua santa Immagine ha pianto Lacrime di Sangue. È il Sangue di Gesù Suo Figlio, come Ella stessa ha dichiarato. È perciò il Sangue della Chiesa stessa, Corpo Mistico di Suo figlio, tremendamente torturata e uccisa nell’apostasia della Sua Fede e della Verità.

Io, Francesco d’Erasmo, sono innocente del Sangue di questa Donna!

Così credo e professo davanti a Dio Padre Onnipotente, a Gesù Cristo Suo Figlio Nostro Signore, che verrà a giudicare i vivi e i morti e il mondo attraverso il fuoco, e allo Spirito Santo di Verità, alla Vergine Maria Madre di Dio e della Chiesa, Regina del Cielo, Immacolata Concezione, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo e a tutte le schiere celesti, davanti a tutta la Comunione dei Santi, trionfante, purgante e militante, e davanti a tutti gli uomini di buona volontà.

Così mi aiutino i Santi Vangeli.

Amen.

Francesco d’Erasmo

Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, 1 aprile 2020, vigilia della nascita al Cielo di San Giovanni Paolo II.

***

Precisazione indispensabile:

La DICHIARAZIONE da me pubblicata in data 01.03.2020 è un atto strettamente personale, di cui PORTO LA ESCLUSIVA RESPONSABILITA’, dovuto alla esclusiva decisione dello scrivente, senza alcun tipo di coinvolgimento e neppure conoscenza previa di alcuna altra persona al mondo, così come tutti i testi da me pubblicati online suL sito www.mt715.simplesite.com. Anche le foto ivi accostate sono state una iniziativa puramente mia, così come i riferimenti alla Madonnina di Civitavecchia in qualunque forma e contenuto.

In particolare nego alcun tipo di coinvolgimento, anche indiretto, con la Famiglia Gregori di Civitavecchia, protagonista della nota vicenda della Madonnina, in alcun modo, nemmeno marginale.

Il padre spirituale della Famiglia Gregori è Padre Manuel Hernández Jerez, come è noto. Io non sono e non sono mai stato padre spirituale della Famiglia Gregori.

Questa precisazione si rende necessaria per evitare indebite attribuzioni di responsabilità, visto che è invece noto che io ho ricevuto, come del resto chiunque si reca nella loro casa, ospitalità, affetto ed amicizia da questa rispettabilissima famiglia. Ciò però non significa che essi siano in alcun modo responsabili delle mie personali iniziative.

Prego altresì chi ha cortesemente diffuso la mia dichiarazione di diffondere anche questo testo contestualmente ad essa.

Per me questa precisazione è talmente importante, che se non dovesse essere chiara e dovesse danneggiare questa Famiglia innocente, sarei pronto piuttosto a rinnegare tutto quello che ho scritto.

In fede davanti a Dio,

Francesco d’Erasmo, 2 aprile 2020, anniversario della nascita al Cielo di San Giovanni Paolo II

I Cattolici esprimono il loro parere sugli ultimi 7 anni nella Chiesa

di Frà  Alexis Bugnolo

Oggi FromRome.Info Video è stato al Hotel Pineta Palace, Roma, per la venuta di Don Alessandro Minutella, famoso apostolo per la causa di Papa Benedetto XVI.

Prima che Don Minutella è arrivato, ho avuto l’opportunità di fare interviste con fedeli cattolici che volevano esprimersi sugli eventi dei ultimi 7 anni nella chiesa.

Ecco le due interviste

Il primo a parlare con FromRome.Info Video era il Sig. Raffaele Carabeo:

Il Secondo era il Sig. Michele Alvaro:

 

Dott. Roberto de Mattei, Strike! Due!

Una Correzione  necessaria in una Materia di grandissimo Importo

di Frà Alexis Bugnolo

Non posso tacere, nonostante io sia restio a correggere pubblicamente qualcuno con un dottorato in Storia. So di averlo fatto prima, ma non sembra essere stato d’aiuto.

Parlo del dottor Roberto De Mattei, che scrive alla Correspondenza Romana, qui a Roma, in un articolo intitolato, Il vero pasticcio è la coabitazione dei due Papi. L’articolo è stato tradotto e pubblicato a Roratae Caeli soto il titolo di The Real Mess is the co-habitation of Two Popes.

E cito,

Questa situazione è la conseguenza di un grave errore teologico del cardinale Ratzinger. Conservando il titolo di Papa emerito, come avviene per i vescovi, egli sembra ritenere che l’ascesa al Pontificato imprima sull’eletto un carattere indelebile analogo a quello sacerdotale. In realtà i gradi sacramentali del sacerdozio sono solo tre: diaconato, presbiterato ed episcopato. Il pontificato appartiene ad un’altra gerarchia della Chiesa, quella di giurisdizione, o di governo, di cui costituisce l’apice. Quando viene eletto, il Papa riceve l’ufficio della suprema giurisdizione, non un sacramento dal carattere indelebile. Il sacerdozio non si perde neanche con la morte, perché sussiste “in aternum”. Si può invece “perdere” il pontificato, non solo con la morte, ma anche in caso di volontaria rinuncia o di manifesta e notoria eresia. Se rinuncia ad essere pontefice, il Papa cessa di essere tale: non ha diritto a indossare la veste bianca né ad impartire la benedizione apostolica. Egli, dal punto di vista canonico, non è neanche più un cardinale,* ma torna ad essere un semplice vescovo. A meno che la sua rinuncia non sia invalida: ma questo, nel caso di Benedetto XVI, dovrebbe essere provato. Di fatto il titolo di Papa oggi viene attribuito sia a Francesco che a Benedetto, ma certamente uno di essi è abusivo, perché uno solo può essere il Papa nella Chiesa.

Enfasi in rosso aggiunto, Asterisco aggiunto

In un pezzo, intitolato, It’s all happening. Rorate Caeli is coming onside. Benedict is Pope, Ann Barnhardt, l’esperto americano in questa materia, è euforica che de Mattei e quindi Rorate Caeli per consenso informato, ha ammesso che si tratta di un errore teologico. Ed il Barnhardt ha ragione, questo è almeno un piccolo passo nella giusta direzione. Ma non è altro che questo.

Perché il piccolo passo è ridotto a nullo, per la seconda cosa degna di nota del articolo di De Mattei, che ho evidenziato in rosso.

E questo riguarda una cosa che ho appena fatto notare al Louie Verrecchio all’AKA Catholic, una fortezza del Sedevacantismo, nel suo articolo intitolato Benedict XVI: Superhero, Villain or Victim, dove Louie mi spara personalmente un’intera bordata. (Questo va bene, però, visto che ho delle bordate di ferro)

Vale a dire, per quanto riguarda la corretta presunzione legale negli atti di rinuncia, come in tutti gli atti giuridici che seguono ius testimentarie (ultime volontà e nei testamenti e successioni ecc.).

In agguato nei Commenti, come Romanus Sum, vi ho scritto in inglese (ecco la traduzione italiana):

Lou,

Hai sbagliato la presunzione legale.

Una rinuncia si presume non valida a meno che la persona non rinunci chiaramente a ciò a cui dovrebbe rinunciare.

Proprio come un ultimo testamento non è valido, a meno che non dica chiaramente che sta lasciando qualcosa a qualcuno.

Per chi conosce Bellarmino (e la sua massima famosa: un papa dubbioso non è papa), ciò che dico qui riguarda l’applicazione dello stesso concetto giuridico di interpretazione alle circostanze opposte.

Tutto questo ha a che fare con il concetto di cessazione del potere. In diritto, la cessazione del potere non è mai presunta. Pertanto, la cessazione del diritto non è mai presunta. Al contrario, nell’elezione di un uomo al papato, abbiamo il diritto e la Chiesa è tenuta per legge a non considerarla valida se non soddisfa tutti i necessari requisiti di validità e/o di legittimità.

Così, un papa dimessosi dubbiosamente è sempre papa.

Quindi, dato che ho corretto pubblicamente un italo-americano negli Stati Uniti, credo che non ci sia nulla di male a correggere un italiano a Roma, che ha passato anni in Brasile.

Quindi dottor De Mattei:

se posso essere così audace – e lo sarò – anche se è contrario a ciò che un francescano dovrebbe fare in circostanze normali – ma ora non è normale: Poiché la Regola di San Francesco ci obbliga a tener fede ai Romani Pontefici canonicamente eletti, vi segnalo, con una nota personale, che L’INVALIDITÀ DELLA RINUNCIA ENUNZIATA DA PAPA BENEDETTO

NON

HA

BISOGNO

A

ESSERE

PROVATA!

Non ha bisogno di essere provata, perché secondo ius testimentarie, cioè il genere di diritto che riguarda i testamenti, L’INVALIDITA’ è PRESUMATA a meno che non sia provata diversamente da una chiara e certa affermazione!

Per la cronaca, il Verrecchio ritiene che la rinuncia non sia valida, quale conclusione. Il Dott. de Mattei ritiene che sia valida quale presunzione. Ognuno è un errore diverso, e Verrecchio è un pensatore migliore, a mio giudizio. Ma fino a quando tutti non capiscono il giusto principio giuridico, il problema non sarà risolto.

Come ho risposto di nuovo a Louie, nello stesso post in inglese (traduzione italiano),

Caro signor Verrechio,

Ho letto il suo commento, lei ha detto che Lei conclude che le dimissioni non sono valide fino a prova contraria.

Ho detto che la presunzione legale è che le dimissioni non siano valide fino a prova contraria.

Il punto sembra essere un bel punto, ma non lo è. Una presunzione di legge è un principio, non una conclusione. Non esiste in certe circostanze e in certe menti o come deriva o meno da certe credenze. Esiste a priori a tutti questi a causa della natura stessa dell’atto giuridico.

Non è necessario provarlo (l’invalidità). Devi accettarlo (il principio giuridico), per essere una persona razionale e sana di mente…

Avrei potuto commentare più facilmente il pezzo del Dr. de Mattei semplicemente dicendo:

L’INVALIDITÀ DELLE DIMISSIONI È STATA PROVATA!

13 MESI FA!

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E non c’è bisogno che mi prendiate in parola. Chiedete a qualsiasi avvocato che pratichi il diritto immobiliare o semplicemente guardate i miei appunti dei miei incontri con i 2 migliori avvocati canonici di Roma:

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* Solo una breve nota su ciò che accade a un papa che si dimette validamente. Se prima era cardinale, torna ad essere cardinale. Lo dimostra la dichiarazione redatta da papa Pio XII nel caso di un’invasione del Vaticano da parte delle forze dell’Asse durante la seconda guerra mondiale. Nel caso di papa Celestino V, è tornato ad essere eremita, perché è quello che era prima di essere il Papa, anche se è rimasto vescovo, essendo stato consacrato tale dopo la sua elezione (non tutti i papi erano consacrati). A meno che, naturalmente, prima di dimettersi, egli non prenda altre disposizioni, come certamente è in suo potere. Così, Papa Benedetto, se davvero avesse voluto dimettersi validamente, avrebbe potuto prima stabilire lo stato canonico che avrebbe adottato dopo le dimissioni, dichiarare che le sue dimissioni sarebbero avvenute in una certa data, dimettersi in quella data, e poi assumere quello status che come Papa si era concesso come l’uomo che presto NON sarebbe stato il papa.

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Il titolo di questo articolo fa riferimento allo sport americano di Baseball, in qui un battitore che non riesce a fare la mazza toccare la palla è denunciato dal umpire con le parole: Strike, One!, Strike, Two! Strike, Three, you’re out!

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CREDITS: L’immagine in evidenza è stato publicata a Wikipedia al https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Swinging_strikeout.jpg e si usa qui secondo la licenza GNU Free license.