Il Grande Reset di Papa Benedetto XVI sta per essere lanciato

di Frà Alessio Bugnolo

ENGLISH

Per quasi 300 anni i Massoni hanno complottato per distruggere la Chiesa Cattolica. Le loro tattiche sono state l’infiltrazione, la dissimulazione, la manipolazione ed una disintegrazione pianificata e coordinata dall’interno. E la loro grande strategia è stata quella di prendere il controllo del Collegio dei Cardinali affinché potessero eleggere uno di loro come Romano Pontefice e di conseguenza arrivare al pieno controllo della chiesa affinché le loro tattiche potessero andare in porto.

Messi in guardia da numerosi santi ed informatori, Papa Giovanni Paolo II ed il Cardinale Ratzinger, tuttavia, hanno escogitato di dare il colpo di grazia a queste forze oscure inserendo nella legge della Chiesa un meccanismo per mettere in moto un piano per distruggere il progetto massonico risalente a 300 anni fa con una manovra che non avrebbero mai potuto prevedere o contro cui non avrebbero trovato alcuna contromisura.

Per contrastare il complotto di impadronirsi del Papato, questo piano consisteva in una manovra anti-usurpazione. Prendendo spunto dai principi del Diritto Dinastico Germanico, nel 1983 fu introdotta da Papa Giovanni Paolo II, con l’ausilio del Cardinale Ratzinger, una novità, nel Canone 332 §2, per cui per rinunciare al Papato,

l’uomo che era il Romano Pontefice avrebbe dovuto rinunciare alla fonte spirituale e radice del suo potere, il munus petrino, che è l’incarico che egli riceve da Gesù Cristo, nella Successione Apostolica di S. Pietro, quando egli accetta la sua legittima elezione come Romano Pontefice.

Benché questa sembrasse una considerazione di poca importanza, tale cambiamento portò dall’obbligo di una semplice rinuncia al dover esplicitare con precisione il rimettere la fonte e la radice del suo potere. Grazie a tale modifica, l’uomo che è il Papa, se dovesse essere messo sotto pressione per rinunciare, potrebbe esercitare un semplice atto e rinunciare a qualcosa che appariva essere la stessa cosa ma che di fatto non lo era e perciò ingannare la Massoneria Ecclesiastica facendole credere che avesse rinunciato quando in realtà non era vero.

Questi due Papi hanno rinforzato e blindato questa misura anti-usurpazione con il Canone 17, che proibiva qualsiasi interpretazione del Canone 332 §2, n.4, al di fuori dei termini del Codice del Diritto Canonico e tradizione canonica. Hanno avvalorato questa interpretazione tramite il Canone 1331, §2, n.4, con il confermare che coloro che si separano dalla potestà del Romano Pontefice si separano da ogni dignità, ufficio e munus nella Chiesa e ammonendo quindi a non ritenere che una rinuncia al ministero comporti una rinuncia del munus.

E così l’11 Febbraio 2013, sua Santità Papa Benedetto XVI, successore di San Pietro, Vicario di Cristo- pressato dalle ingerenze dell’Alta Finanza, che tramite Deutsch Bank e il Sistema Swift avevano bloccato tutte le forme di transazioni finanziarie dello Stato del Vaticano, dalla dittatura mass-mediatica che fin dal primo giorno della sua elezione con ferocia e continuità aveva attaccato la sua persona e da da vari capi di stato mondiali come Hillary Clinton e Joe Biden, che avevano complottato e progettato la sua abdicazione fino al punto di aizzare il NSA contro di lui per alzare la pressione- escogitò il più brillante, intelligente ed imprevisto colpo da maestro.

Lesse un testo in latino, che conteneva tutti gli elementi per distruggere i nemici di Cristo, con i più astuti stratagemmi, composti da sostituzioni e variazioni.

Poiché costoro ne chiedevano l’abdicazione con un atto giuridico di rinuncia in conformità al Canone 332 §2, come risposta, egli lesse ad alta voce una Declaratio formulata in conformità con il Canone 333 §2, per annunciare al mondo che ciò che stava facendo non era un atto giuridico di rinuncia, ma un atto amministrativo di ritiro dall’esercizio attivo del ministero per concentrarsi, in base alla sua vocazione di essere l’unico solo Papa, ad una vita di preghiera e contemplazione.

Tramite questo atto, da uomo di pace, che non era rivolto verso alcuno, ha messo alla prova tutta la Chiesa, confidando nello Spirito Santo che lo ha ispirato ad illuminare quelli dotati di buona volontà che a tempo debito avrebbero capito ciò che aveva fatto.

Perciò, quando venne il 14 Febbraio 2013, si incontrò con il Clero della Diocesi di Roma per accennare a loro quello che aveva fatto e dare loro la chiave per capirlo.

Perciò mentre sembrava assurdo al mondo che dovesse impegnarsi per tutto il convegno a parlare di come il Concilio Vaticano II era stato frainteso perché era stato mal interpretato a causa della dittatura mass-mediatica, li esortò a leggere i Documenti Ecclesiali sempre in Latino e attenersi scrupolosamente al loro significato, e a non fare affidamento su quanto I Media tradizionali dicevano che significassero.

E così avvenne che lui richiamò l’intero Mondo Cattolico a prestare attenzione al fatto che non aveva rinunciato con un atto giuridico al munus petrino (canone 332 §2), ma aveva dichiarato con un atto amministrativo che avrebbe lasciato Il ministero petrino (canone 333, §2 ).

Ma in più stava richiamando l’attenzione su altri due importantissimi aspetti del testo, che nessun altro latinista o canonista sarebbe mai stato disposto ad ammettere, ma che sono imprescindibili. Ne ho parlato prima, ma ora li riassumerò ( vedere qui l’intera discussione ).

In primo luogo, all’inizio della sua Dichiarazione, ha fatto un annuncio sorprendente.

Non soltanto per il fatto dei tre atti di canonizzazione vi ho riuniti per questo Concistoro, ma anche per potervi comunicare una separazione da voi, il che costituisce, un grande momento per la vita della Chiesa.

Con questo annunciava al Mondo Cattolico, che il Collegio dei Cardinali si erano posti in scisma da lui e che avrebbero perso il loro ruolo di elettori del suo successore.

Quindi, proseguendo nella disamina della sua Declaratio, lui dichiarava che un conclave doveva essere indetto da coloro che sono competenti, mettendo in guardia l’intero Collegio dei Cardinali di osservare scrupolosamente la Legge Papale per quanto riguarda i Conclavi, e che se non avessero ascoltato e prestato dovuta attenzione a questa Declaratio, avrebbero perso quel diritto.

Con questa dichiarazione lui non solo escludeva da quel futuro Conclave tutti i Cardinali che lui e Papa Giovanni Paolo II non avevano creato, ma li ammoniva ulteriormente dall’entrare in Conclave una volta lasciato il Ministero Petrino.

Ma con il più brillante stratagemma mai concepito, nel dichiarare che un tale Conclave fosse indetto in anticipo, metteva in atto il Canone 166 §1, che richiede che il Presidente di un collegio di elettori convenga quel collegio dal luogo in cui costoro dovranno essere chiamati e annunci ciò a tutti gli elettori!

Questa dichiarazione di un futuro conclave è apparsa a tutti i canonisti durante gli ultimi 10 anni come uno degli aspetti più bizzarri della sua Declaratio, perché costoro si sforzano di intendere quel testo come un’applicazione del Canone 332 non del Canone 333. Perché in un atto conforme al Canone 332, non c’è bisogno di tale convocazione di un futuro conclave, come si evince dalla stessa legge.

Perciò, Papa Benedetto aveva messo in conto anticipatamente, in questa manovra anti-usurpazione, che dopo aver lasciato il ministero petrino, ma non il munus,  le forze appartenenti alla Massoneria Ecclesiastica sarebbero uscite allo scoperto e avrebbero proceduto ad una elezione non-canonica di un altro Romano Pontefice, anche se lui fosse rimasto in vita e non avrebbe abdicato.

Essendosi accertato di questo fatto, il 28 Febbraio 2013 dichiarava da Castel Gandolfo che il giorno successivo i Cardinali avrebbero impedito la Sede Apostolica (Canone 335) indicendo un tale illegittimo conclave, dicendo, secondo l’antica misurazione papale del tempo: dopo le 8, non sarò più il Pontefice Supremo. E con questo poneva in atto l’ultima misura che Papa Giovanni Paolo II aveva incluso nel Codice di Diritto Canonico nel 1983: in quanto il Canone 335 è l’ultimo bastione contro ogni tipo di innovazione nella Chiesa, perché lo proibisce esplicitamente durante una sede impedita.

Il Signore Dio Spirito Santo, Che è sempre tenero con i figli di Dio adottati in Cristo tramite il Battesimo, diede quindi a Papa Benedetto una vita lunga, cosicché nei successivi 10 anni tutti noi avremmo avuto tempo di aprire gli occhi e renderci conto di quello che aveva fatto.

E con la morte di Papa Benedetto avvenuta il 31 Dicembre 2022, quel tempo è finito. Coloro che hanno capito queste cose hanno superato la prova, e ora sono qualificati nel procedere con il Grande Riassetto.

Ora, i Cardinali hanno tempo fino al 21 Gennaio per entrare in conclave. Se non lo fanno, il loro diritto esclusivo di eleggere il Romano Pontefice, successore di San Pietro e di Papa Benedetto XVI, cesserà. Ed il diritto di eleggerlo passerà per diritto apostolico a tutti i fedeli della Chiesa Romana, che godono di tale diritto e che include oltre alla Diocesi di Roma, quelle di Ostia, Albano, Velletri-Segni, Palestrina Frascati, Sabina Poggio Mirteto, e Porto Santa Rufina, e che annovera più di 5,600 preti e circa 4 milioni di anime.

Tuttavia, non ciascuno di questi è competente ad eleggere questo nuovo Papa della Chiesa Cattolica, perché non tutti vi hanno prestato attenzione, e molti sono stati ingannati dalla dittatura dei mezzi di comunicazione tradizionali, controllati dalle logge massoniche attraverso i servizi segreti degli Usa, del Regno Unito e della Repubblica Italiana, solo per citarne alcuni, affinché potessero pensare diversamente.

Perciò, la Chiesa di Roma è ora in sede vacante e solo coloro che sono competenti ad eleggere il nuovo Papa lo riconoscono. L’assemblea per eleggerlo è stata già convocata dal presidente del collegio, Papa Benedetto, tenendo fede in  questo al canone 166.

Ora rimane solo di radunare l’assemblea per votare, affinché la Chiesa riabbia in sé l’uomo che è detentore del munus petrino e che gode della PREGHIERA ONNIPOTENTE, INFALLIBILE, COSTANTE, E SEMPRE VITTORIOSA DI GESU’ CRISTO, NOSTRO SIGNORE!

 

Lascia un commento